pagina aggiornata il 03/10/05
oggi
nel parco sono giunti a
maturazione naturale
le mele cotogne
Mela di grandi dimensioni, peloso, molto produttivo e molto bello da vedere, squisito d'inverno, servito cotto, o nelle marmellate, o nei dolci; dato che in commercio non se ne trovano, sarà una prelibatezza della nostra ristorazione.
le pere cotogne
Sono come le mele cotogne, forse ancora più grandi, con una forma ovale rivolta verso il basso; La pasta interna è identica alla mela cotogna, varia solo per la forma
foto di pere cotogne
le mele
foto di mele sugli alberi
La mela è il frutto per antonomasia, al quale il parco ha ispirato il suo logo, di grande tradizione marchigiana, la cui coltivazione nella regione Marche è oggi praticamente scomparsa
Come per le pere ci asteniamo dalla descrizione delle varietà coltivate, perché gli alberelli di tre anni, solo quest'anno ci hanno mostrato una campionatura della loro produzione, di cui però vogliamo mostrare alcune foto, perché per la grandezza del frutto rispetto all'albero, sono particolarmente belli da vedere.
Per le mele il parco sarà in grado di offrire un assortimento produttivo che andrà da agosto in inverno, espresso nelle varietà più antiche e rustiche, che sono le più saporite;
le mele - ciliegie
foto di mele - ciliegie
Una menzione particolare merita questa
varietà di mele, di cui il parco ne coltiva un albero, che dal risultato già
siamo estremamente orgogliosi;
Infatti queste mele sembrano delle ciliegie, ma in
realtà sono delle dolcissime e freschissime mele in miniatura.
i fichi
foto di frutto di fico chiuso e aperto
Il parco dispone di oltre 30 alberi di fichi di diverse varietà la cui maturazione è distribuita dagli inizi di agosto a tutto settembre, per una produzione complessiva che raggiunge alcuni quintali, per la goduria dei clienti e visitatori, i quali potranno gustarli al grado ottimale di maturazione (quando ci si sbrodola) impossibile da trovare nei banchi della distribuzione commerciale.
i pinoli
foto di pino, pino con pigne, pigna aperta e pinolo
Invece i pinoli li conoscono in tanti,
perché di pini marittimi la nostra bella costa Adriatica è piena, però
trovandosi quasi sempre lungo le strade urbane, per la loro funzione di depurare l'aria, sono un concentrato d'inquinamento
atmosferico.
Nella distribuzione commerciale è difficile trovare i pinoli, li si trova nei
dolci, e sempre nei croccanti venduti nelle fiere e sagre paesane.
Il
pinolo è buonissimo anche da mangiarsi verde e nel parco lo si può fare in
tutta tranquillità, possono divertirsi a raccoglierli anche i bambini, perché
non esiste inquinamento atmosferico.
Il parco ha due pini marittimi, di cui quello in foto di una
ventina d'anni è molto produttivo; le foto illustrano tutto il ciclo;
L'albero
del pino produce la pigna che cade a terra in questo periodo aperta dalla quale
si estrae i pinoli costituiti da un guscio legnoso esterno ed una parte interna
che si mangia verde o si usa per confezionare dolci
.
Le uve da tavola del parco
l'uva Moscato
foto di grappolo e di tralcio d'uva Moscato
Nelle vicinanze dellarea riservata al campeggio c'è una vigna di circa 200 viti, di cui una cinquantina di buonissimo Moscato, che ancor prima di essere una pregiata uva da tavola è una pregiata uva da vino; infatti nei banchi della distribuzione commerciale non si troverà mai dell'uva moscato da consumarsi come uva da tavola. Il Parco proprio per la sua filosofia vuole proporre questa autentica goduria ai propri visitatori. L'origine di queste viti deriva proprio da vecchi filoni aziendali, in cui ve ne erano alcune le cui uve servivano per tagliare e caratterizzare il mosto prodotto dalle restanti uve bianche dell'epoca, Biancame dorato e Malvasia bianca. Quelle viti oggi presenti, facevano parte di una vecchia vigna di Verdicchio di circa mezzo ettaro non più produttiva e quindi estirpata; Le viti di Moscato, pur se anzianotte, sono state mantenute appositamente per dare la possibilità ai visitatori del parco di provare un'uva squisita proprio dalla vite.
le uve da vino del parco
l'uva Verdicchio
foto di uva Verdicchio in grappoli e tralci
L'uva Verdicchio si caratterizza per il colore verdastro da cui ne deriva il nome, per la compattezza dei suoi grappoli a chicchi medio piccoli; Il vino che ne deriva ha un caratteristico gusto amarognolo ed amabile allo stesso tempo. L'uva Verdicchio si presta molto bene per il taglio di mosti derivati da altre uve meno pregiate, ed è quello che fa il parco, per la sua limitata produzione di vino.
l'uva Malvasia Bianca
foto di uva Malvasia bianca in grappoli e tralci
Questa uva deriva da vitigno molto diffuso nella Vallesina, è produttiva e di qualità; fa dei grandi grappoli non molto compatti, quindi ha poco raspo e quindi una maggiore resa vinicola nella lavorazione in cantina.
l'uva Trebbiano
foto di uva Trebbiano in grappoli e in tralci
Dai grappoli grandi e compatti, con grandi chicchi è una classica uva bianca da produzione quantitativa e un po' meno qualitativa. è invitante anche a mangiarsi direttamente sulla vite.
l'uva Biancame dorato
foto di uva Biancame dorato in un tralcio
E' un uva a chicchi medio
piccoli collocati in grappoli poco compatti con pochissimo raspo; al momento
della maturazione assume un colore dorato. Produce del vino ottimo e di
gradazione
Questa era la classica uva dei filoni delle campagne di Monte
San Vito, oggi pressoché scomparsa, che non proviene da alcun vivaio, ma tramandata in azienda da viti
più vecchie, o da aziende vicine. Questa è un'altra operazione di recupero
di antichi frutti, scopo istitutivo del Parco, analoga a quella che lo stesso Parco
compie per l'oliva Raggia di Monte San Vito, peccato che
di viti di Biancame dorato il Parco ne dispone appena di una trentina; e non
potrà mai fare un'opera di divulgazione o valorizzazione adeguata.
le giuggiole
foto di giuggiole di varietà normali (nella mano: drupa intera e drupa aperta)
Altro recupero dall'archivio dei ricordi
contadini di queste parti sono le giuggiole. Anche cinquanta anni fa non tutti i
contadini delle nostre parti riuscivano ad avere la pianta di giuggiole nel loro
frutteto familiare riservato, perché chi le aveva non cedeva molto
facilmente gli arbusti o le polze ai loro vicini. Gli alberi di giuggiole si
trovavano nei filoni, ma anche in luoghi nascosti e ben controllabili
vicino alle case coloniche. Le prime tre foto riguardano un albero di giuggiole di
circa venti anni ed il suo prodotto maturo. La varietà, anche se priva di alcuna certificazione è quella
più classica ed è di origine aziendale derivata da alberi da noi sempre
esistiti; Il frutto è a forma di drupa grande quanto quelle dell'oliva raggia
di Monte San Vito,
quando giungono a maturazione il loro colore passa da verde a marrone, come si
può ben vedere nella prima foto.
Il frutto buonissimo e la
descrizione del gusto riesce difficile; sarà difficile che a qualcuno non
piaccia, anche se sono pochi a conoscerlo, data la pressoché totale assenza dai
banchi della distribuzione commerciale. Questa è una prelibatezza che il parco
si onora di proporre alla pubblica goduria.
Su questo frutto il parco ha anche voluto strafare,
proponendo delle giuggiole a forma di pera, e di mela, ovviamente con
certificazione europea, provenienti da vivaio qualificato
con un clic nell'animazione seguente si accede all'antico ricettario rurale di Monte San Vito, che ci pregiamo pubblicare nel nostro sito, dove riportiamo la ricetta della vinificazione delle uve secondo il sistema consolidato nelle campagne di Monte San Vito, quella dell'aceto di vino, nonché l'antica ricetta contadina del brodo di giuggiole
Vogliamo fare un'unica considerazione di carattere generale sulla frutta raccolta e mangiata dall'albero; Durante il giorno, qualsiasi tipo di frutta attaccata all'albero assume due temperature diverse spesse volte apprezzabili anche al tatto. La faccia esposta al sole è più calda, quella all'ombra è più fredda; quella al sole in genere matura prima e di più della faccia dello stesso frutto in ombra, ma quello che in pochi conoscono o hanno avuto modo di apprezzare, è che la faccia più calda, mangiandola ha un diverso sapore di quella più fredda, perché i succhi interni della frutta nella parte più calda sono più liquidi e saporiti di quelli interni alla parte più fredda; fenomeno che scompare già alcuni minuti dopo la raccolta della frutta. Non è detto che sia più buona la frutta nella parte più calda, può accadere il contrario e comunque è tutto legato ai gusti personali di ognuno; Questa è un'esperienza che certamente hanno potuto fare in pochi, e che il parco è orgoglioso di proporre a tutti i suoi ospiti.
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