LA POTATURA DEGLI ALBERI DA FRUTTA

 
 Informiamo che l'annuale giornata conclusiva del corso di potatura degli olivi organizzata a livello regionale dall'ASSAM e dal Concorzio Marche Extravergine si svolgerà il prossimo 10 febbraio. Chiunque vorrà potrà assistere alla lezione pratica     A grande richiesta dei visitatori del nostro sito pubblichiamo questa pagina, a nostro avviso sufficiente ad insegnare la corretta gestione degli alberi da frutto presenti nel proprio giardino, per tanti, problema di non facile soluzione.
    Pur volendo essere estremamente sintetici e pratici, non possiamo sottrarci ad una trattazione teorica anche minima della materia.

PARTE TEORICA

        In generale un albero è composto da:

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L'apparato radicale che è la parte immersa nel terreno tramite il quale trae il nutrimento necessario alla sua stessa vita.

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Il tronco che è la parte dell'albero che va dal suolo fino alla divisione in diversi rami (o branche) detta "croce dell'albero" o "impalcatura".

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La chioma che è la parte dell'albero sopra la croce o impalcatura, nella quale l'albero produce i suoi frutti, elemento estetico fondamentale dello stesso albero, elemento essenziale alla vita dell'albero, perché dalla chioma, tramite la fotosintesi clorofilliana l'albero si nutre, vegeta e fruttifera.

    Con la potatura noi possiamo agire nel tronco e nella chioma dell'albero per gestirne la vegetazione e la fruttificazione secondo le nostre esigenze. In molti casi la potatura stimola la vegetazione. Ci sono delle piante che vogliono essere tagliate spesso, quali l'ulivo, o il pesco. (Un vecchio detto contadino dice che nel pesco ogni tre rami ne vanno tagliati due). altri come il fico o il ciliegio un po' meno.

    In generale la potatura degli alberi da frutta si fa subito dopo l'inverno, dopo possibili gelate, (a volte il tempo è imprevedibile) alla fine di febbraio, primi di marzo, quando gli alberi iniziano a muovere, cioè producono le loro gemme nei rami; Di gemme ne esistono di due tipi; gemme (o occhi) di vegetazione, e gemme (o occhi) da frutto. Le gemme da frutto generalmente sono molto più grandi di quelle di vegetazione, in qualche caso come negli albicocchi, i cui frutti sono disposti a mazzetti, le gemme da frutto sono come delle piccole torri lungo i rami, o come nei ciliegi, che sono delle protuberanze lungo i rami con diverse punte; a secondo dell'avanzamento stagionale le gemme da frutto manifestano una punta verde, mentre le gemme da legno sono più piccole ed hanno una sola puntina, che a seconda dell'avanzamento può essere il nuovo rametto in formazione; infatti da queste l'albero produce un nuovo ramo con cui accresce la chioma, si alza di altezza, ecc, dalle gemme da frutto l'albero produce il fiore, da cui dopo l'impollinazione produce il frutto. In sintesi dalla ottimale gestione dei rami e delle gemme si gestisce l'albero nella sua forma e nella sua produzione; questa è la potatura. 

    In relazione alla gestione delle gemme, dobbiamo enunciare che gli alberi da frutta si dividono in due grandi famiglie le drupacee, i cui frutti hanno all'interno l'osso (un unico seme); (i peschi, gli albicocchi, le mandorle, i susini, le ciliegie, ecc ), e le pomacee, i cui frutti hanno all'interno le becche, (diversi semi). Le drupacee producono gemme a frutto agli inizi dei rami, talvolta, come le ciliegie persino nel tronco, o comunque in grossi rami principali, mentre le gemme a legno sono sempre in fondo ai rami. Con la gestione delle gemme a legno si gestiscono le ramificazioni dei rami primari. Nella potatura i rami delle drupacee vanno sempre spuntati sapendo che nelle ultime gemme a legno sorgeranno nuovi rami. Le pomacee invece producono gemme a frutto anche nelle cime dei rami, quindi non sempre vanno spuntati, perché si perdono i frutti. In questo caso, le si individuano e si lasciano le gemme a legno per stabilire le successive ramificazioni, lasciando le gemme a frutto in misura giusta per l'albero. Talvolta una troppa produzione penalizza le dimensioni dei frutti, e lo stesso albero. 

    Gli alberi in generale hanno una naturale tendenza a svilupparsi verso l'alto in senso verticale. I rami più rigogliosi sono i più alti. La naturale tendenza degli alberi è quella di avere diversi rami rigogliosi rivolti verso l'alto. Questi rami, detti succhioni,  non portano mai frutti, permettono solo di far crescere e vegetare l'albero al costo di molta linfa, quindi energia. Con la potatura si dovrà lasciare un solo rametto di guida verticale per ramo principale (o branca) in maniera che la spinta vegetativa dell'albero rimane controllata e le energie dell'albero potranno essere più utilmente impiegate nella produzione dei frutti che avviene nella parte più bassa dell'albero, nei rami che si propagano più in senso orizzontale.

PARTE PRATICA

    Partiamo dall'ipotesi di un alberello nuovo acquistato da vivaio, partiamo anche dall'ipotesi che l'alberello sia piccolo, ancora da impalcare; l'alberello si presenta come un unico rametto fornito di apparato radicale racchiuso in un vaso o anche in una busta di plastica. La prima operazione da fare dopo la messa a dimora è l'individuazione e la determinazione della croce (o impalcatura) che sarà collocata proporzionalmente nell'albero in relazione all'altezza in cui si vuole raccogliere i frutti quando l'albero è adulto. Vanno individuati i rami o branche principali, che dovranno essere da 3 o massimo 4 distribuiti nei 360 gradi con un angolo fra i rami in situazione ottimale non sempre possibile di 120° in caso di 3 branche e 90° in caso di 4. Nel caso non ci siano i rami, o l'albero è già impalcato troppo alto per i propri gusti, si può recidere il tronco e l'albero farà le branche dalle gemme a legno presenti lungo il tronco.  

    Partiamo dall'ipotesi più frequente di chi ha gli alberi da frutta ne giardino o orto non potate, o mai potate, e non sa come potarle. Dopo aver tolto tutti gli eventuali rami secchi, la prima fase è l'individuazione e la definizione della croce o impalcatura, che va collocata ad una altezza legata a quella nella quale si vorrà raccogliere i frutti. In questa fase vanno viste le rami esistenti nel tronco e ne vanno destinate 3 o 4 a fare i rami o branche principali. (Il parco ha impalcato tutti i suoi alberi da frutta a 30 centimetri dal suolo lasciando crescere 4 rami o branche principali). Può accadere che ci siano più di 4 rami già predisposti a fare i rami principali, oppure ce ne siano già 4, alcuni dei quali troppo vicini, che non permettono alla pianta di prendere sufficiente aria e luce. In questo caso ne va eliminato uno dall'impalcatura, ed eventualmente per riempire il vuoto nella chioma si cercherà un ramo nelle branche rimanenti che vada in quella direzione. 

    La fase successiva all'individuazione e definizione dei rami o branche principali è l'individuazione e definizione di quelli secondari, che sono quelli che si diramano dai principali, nei quali avviene la produzione della frutta. Vanno tagliati tutti i rami provenienti dai principali che partono diritti verso l'alto (succhioni che non faranno mai i frutti, e sottrarranno solo linfa vitale all'albero) ad eccezione di uno per ramo principale: LA CIMA Questo è un ramo di vegetazione che va individuato e lasciato, al quale è affidato lo sviluppo vegetativo dell'albero, che farà crescere l'albero con il minimo di risorse destinate alla vegetazione.
VA LASCIATO UN SOLO RAMO DI CIMA PER RAMO PRINCIPALE

     Ultima fase della potatura è l'individuazione e definizione dei rami da frutto che sono quelli provenienti dai rami principali che si sviluppano in senso orizzontale, o anche sotto a rami principali che si sviluppano verso il basso. Ne vanno lasciati in relazione allo stato vegetativo dell'albero, distaccati gli uni dagli altri, non in competizione fra loro per l'accesso all'aria e alla luce. Le drupacee, che come abbiamo già detto, producono le loro gemme da legno in fondo ai rami, vanno spuntati, sapendo che nelle ultime 2 o tre gemme da legno partiranno nuovi rametti. Le pomacee, invece che portano le gemme da frutta anche in fondo ai rami, potranno essere spuntati, sapendo che si tolgono dei frutti. Talvolta se sono troppi, può essere necessario.

    nelle foto seguenti mostriamo dei peschi e degli albicocchi fioriti, potati secondo manuale, in cui sono ben visibili il tronco (nel nostro caso basso) e la chioma e la relativa impalcatura suddivisa in quattro branchie principali con il vuoto in mezzo per consentire il giusto irraggiamento di luce ed aria

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LA POTATURA DELL'OLIVO

    Questo albero merita un capitolo a parte. Anche l'olivo è una drupacea, però non produce gemme vegetative o fruttifere come le altre drupacee fin qui trattate, per cui vale quanto detto in generale per la potatura degli altri alberi da frutta; dopo aver tolto tutti gli eventuali rami secchi, vanno scelti e lasciati i tre o quattro rami o branche principali che partono dalla croce, o impalcatura, ma la scelta dei rami o branche secondarie non avviene in considerazione delle gemme presenti nei rami; più semplicemente, si tagliano tutti i rami che partono in verticale dai rami o branche principali, lasciandone solo uno per branca, che funge da cima e guida la vegetazione dell'albero; Le 3 o 4 cime saranno spuntate alla stessa altezza per bilanciare l'albero; tutti gli altri rami secondari che partono dai principali in senso esterno all'albero o che scendono verso in basso, (se arrivano troppo vicino terra, vanno spuntati) si lasciano, saranno i rami fruttiferi del prossimo anno. L'olivo con la potatura riceve spinta a vegetare, è opportuna una potatura tutti gli anni a marzo - aprile, ed anche ad agosto, per concentrare le energie dell'albero nella produzione, limitatamente al taglio dei nuovi rami che partono diritti verso l'alto (i succhioni)

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLA POTATURA

    In questi giorni, (oggi è il due marzo 2003) il parco è in piena potatura, i suoi alberi da frutta ed olivi, tutti di due o tre anni stanno subendo una significativa potatura di allevamento; Sono stati determinati i rami principali, le loro cime, e quelli secondari, che vi mostriamo in questa serie di fotografie sotto riportate, che spiegano eloquentemente quanto sopra  illustrato.

    La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende l'oliveto in corso di potatura; Se pure in lontananza si distinguono molto bene le olive potate dalle altre, dalle loro chiome; Quelle non potate hanno una chioma folta di rami rivolti verso l'alto, come dei fitti cespugli, mentre nelle altre potate, che hanno la sola cima che guida la branca, si vede anche in lontananza i rami principali; Tutto quanto tolto con la potatura, è nuova aria, nuova luce, nuova linfa per i rami fruttiferi degli alberi destinati alla produzione.

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    La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende un olivo di dodici anni non potato; la chioma e fitta, e documenta la vigoria vegetativa dell'albero, la sua forza, da confrontare con la foto di un altro albero di olivo della stessa età potato che illustriamo più sotto; da notare, comunque ben visibili i quattro rami o branche principali stabiliti dalla potatura di allevamento. 
    La stessa foto mostra anche un ciliegio della stessa età; si vedono bene i quattro rami o branche principali, ma a differenza della maggioranza degli altri alberi del parco è molto alto (le canne che vi sono appoggiate, sono alte 2,20 metri), fruttifica fino ad un'altezza di 4/5 metri; Quando si è deciso di mandarlo così alto non pensavamo ancora alla creazione del parco con gli alberi a portata di bambino. Volendo sarebbe possibile una potatura di riforma, che è una potatura drastica di ringiovanimento dell'albero, che si attua tagliando le quattro branche principali ad un'altezza di un metro con la motosega, e il successivo tamponamento del taglio con apposito mastice. L'albero (se resiste) farà dei nuovi rami sotto i tagli, che potranno essere guidati verso l'esterno ed i frutti saranno disponibili senza scala, però non lo faremo, perché attualmente quell'albero produce anche un quintale di buonissime ciliegie ogni anno.

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    La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende un altro olivo della stessa età del precedente potato; Si può notare la vegetazione asportata con la potatura.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende una branca di quell'olivo con la sua cima lasciata a guida di vegetazione

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Ed ecco i risultati al momento del raccolto!

    Quanto abbiamo spiegato in linea teorica e in quella pratica ai tempi della potatura, si è verificato puntualmente al raccolto; I rami esterni rivolti in orizzontale o in verticale si sono riempiti di olive, mentre, come spiegato, in quelli verticali, quelli lasciati quali "cime", non ci sono olive, però si sono sviluppati in altezza ed hanno contribuito alla crescita verticale dell'albero.

.godetevi queste foto di alberi di olivo "Raggia di Monte San Vito" di solo 4 anni!

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un olivo di varietà "frantoio"

    le olive sono più grosse e quasi tutte nere, però non sono buone per la salamoia; sono solo da olio.

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   e  godetevi anche queste foto di un susino Shiro goccia d'oro in cui abbiamo esagerato nel principio sopra trattato di lasciare espandere i rami in senso orizzontale; qui addirittura abbiamo dovuto sorreggerli con dei sostegni per la grande quantità di frutta prodotta (foto del 8 luglio 2006)

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende le gemme fruttifere di un pesco in cima ad una branca; si può notare la punta giallo verde, prossima alla fioritura, la cima è stata spuntata.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende un pesco di 3 anni, già in produzione appena potato, da notare i tagli fatti per individuare le 4 branche, tagliare i rami secondari interni e partenti verso l'alto.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende un melo di 3 anni potato. Vale lo stesso discorso per la determinazione delle branche, che però non abbiamo spuntato, perché vogliamo ancora fare crescere, ed inoltre proprio in cima portano gemme a frutto (le mele sono pomacee)

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende la cima delle branche del melo di prima con la gemma fruttifera all'apice; da notare la forma di una gemma fruttifera di mela, una vistosa protuberanza cilindrica appuntita prospiciente dal ramo.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende un ciliegio potato, che conferma quanto fin qui illustrato; Il ciliegio è una drupacea, che come detto produce le sue vistose gemme da frutto anche nei rami principali.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) illustra le vistose gemme fruttifere dei ciliegi, una specie di rosa in rilievo sul ramo, ben diversa dalle gemme a legno (o di vegetazione) visibile in cima ai rami; Come abbiamo sopra spiegato abbiamo lasciato alcune gemme a legno, visibili in questa foto, prima di spuntare il ramo, da cui sorgeranno i successivi rami.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende due albicocchi di tre anni potati; mostrano come la scelta delle branche a volte sia frutto di compromesso; Se non sono disponibili si fanno rami o branche principali i primi secondari vicino all'impalcatura, poi l'albero durante la sua vita continua a vegetare, a fare sempre nuovi rami, e può accadere che generi anche dopo anni un ramo al posto giusto nella croce, da destinare a fare da ramo principale che mancava. Già in questa foto abbastanza in lontananza si vedono le gemme fruttifere degli albicocchi che mostreremo meglio nella foto successiva.

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     La foto seguente (da ingrandire cliccando) riprende le gemme fruttifere degli albicocchi; Sono molto lunghe, perché le albicocche maturano a mazzetti di diverse unità lungo i rami; Gli albicocchi maturano i loro frutti anche lungo i rami principali, come i ciliegi.

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Siamo disponibili per eventuali ulteriori chiarimenti in materia di potatura, contattandoci privatamente per e-mail e sarà data risposta per e-mail, o se il problema è di carattere generale, anche dal guest book del sito; In tal caso risponderemo lì. 

    Se poi qualcuno volesse anche lezioni pratiche, noi tutti gli anni, nei mesi di febbraio e marzo,  abbiamo oltre 1500 alberi da potare, e se qualcuno per imparare o per perfezionarsi desideri delle lezioni pratiche, noi, con piacere siamo disponibili. e forniamo anche la necessaria attrezzatura.

    Ci siamo trovati nel guest book del sito un interessante quesito da parte del sig. Roberto di Salerno, che ci chiede se gli alberi hanno un cervello e in quale parte dell'albero sia. Il cervello degli alberi è situato nel loro apparato radicale e più precisamente nella parte terminale di ogni radice, anche quelle capillari.; Per maggiore chiarezza riportiamo qui il Link su un articolo di Panorama del 30/09/2005 di Famiano Fedeli: 

Nel caso con il passare del tempo la pagina di Panorama non si trovi più in rete la si potrà vedere riprodotta in una nostra pagina qui richiamata.

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